Famoso per i bellissimi fondali corallini, le giungle, le cascate e le spiagge tranquille, il Parco Marino di Koh Chang comprende un gruppo di circa cinquanta isole nel Golfo di Thailandia.
Famoso per i fondali, le natura, le cascate e le spiagge tranquille, il Parco Marino di Koh Chang è costituito da un gruppo di una cinquantina di isole, vicino al confine cambogiano, alcune delle quali completamente vergini come il piccolo paradiso di Koh Rang.
L’isola principale, Koh Chang, è la seconda più grande della Thailandia dopo Phuket. Sebbene sia la più sviluppata dell’arcipelago, è meno affollata e meno conosciuta di altre destinazioni turistiche del paese. Il suo nome significa “isola degli elefanti“, perché il brusco rilievo di Koh Chang ricorda la forma di un pachiderma.
L’entroterra vasto è selvaggio, con colline e ripide montagne coperte di foresta tropicale, tra cui svetta il Khao Jom Peasat, che raggiunge i 744 metri sul livello del mare. Chi ha voglia di esplorare questi territori incontaminati troverà anche una ricca fauna autoctona, che comprende specie diverse come il macaco dalla coda mozza, la civetta di Giava, il varano (di terra e d’acqua), il maiale selvatico. Il litorale è orlato da foresta costiera e boschetti di mangrovie. Piccoli fiumi scorrono attraverso l’aspro territorio insulare, formando scenografiche cascate. Le due più famose e facilmente raggiungibili sono Khlong Phlu (accessibile a est della spiaggia di Khlong Prao) e Tok Than Mayom, vicino alla città di Dan Mai, sulla costa orientale. Koh Chang è quindi una destinazione ideale per il trekking, nonostante l’escursionismo qui non sia una scampagnata: bisogna essere ben attrezzati e assumere una guida locale, dato che i sentieri non sono segnalati ed è facile perdersi.
Negli ultimi due decenni le infrastrutture si sono sviluppate rapidamente lungo la costa occidentale, dove si concentra la maggior parte delle spiagge più belle, ma fortunatamente Koh Chang è riuscita a conservare parte della sua atmosfera autentica. Davvero magica, ad esempio, la festa del Songkran, il capodanno thailandese, che si celebra a inizio aprile. Dura una settimana e segna la fine della stagione secca con cerimonie religiose e battaglie d’acqua. Nel buddismo l’acqua è simbolo di rinnovamento e viene spruzzata sulle statue di Buddha per augurare buona fortuna, mentre i più giovani bagnano le mani degli anziani per ricevere in cambio la loro benedizione. Infine, i fedeli si radunano per le strade per unirsi a divertenti “combattimenti d’acqua”.
Nata originariamente come un piccolo villaggio con alcune capanne di bamboo da afittare ai viaggiatori, White Sands Beach è ora il principale centro turistico di Ko Chang. Le regole del parco nazionale hanno impedito la costruzione di edifici più alti di quattro piani e ciò ha permesso a White Sand di conservare parte del suo fascino e delle sue viste panoramiche. I tre chilometri di soffice sabbia bianca, spalleggiata da lussureggianti montagne, regalano un ottimo ancoraggio su sabbia, ben riparato da venti di nord-est e buono pure durante il monsone di sud-ovest. L’estremità settentrionale dell’arenile è un approdo più facile per i tender poiché l’estremità meridionale è rocciosa e si prosciuga fino a un centinaio di metri con la bassa marea.
Spiaggia relativamente vuota, con un caratteristico villaggio locale e un suggestivo tempio abitato da tanti monaci, Ao Khlong Phrao offre l’ancoraggio più tranquillo della costa occidentale nella stagione del monsone di nord-est. Vale la pena anche di esplorare il fiume, navigabile in gommone con l’alta marea. Il villaggio di Klong Prao è raggiungibile in pochi minuti a piedi dal bagnasciuga, e qui sorge pure il Klong Prao Wat, dove si tengono fiere e festival religiosi. Una strada lungo il fiume conduce fino alla cascata di Klong Plu, la più famosa dell’isola, dove rinfrescarsi facendo un piacevole tuffo nella piscina naturale. Al largo di Ao Khlong Phrao sorgono gli isolotti di Koh Yuak, Koh Pli, Koh Man Nok e Koh Man Nai, che offrono un fantastico playground per lo snorkeling sulla barriera corallina.
Lonely Beach, detta anche Haad Thanam, rappresenta un sicuro e tranquillo ancoraggio notturno. Sulla soffice sabbia bianca si affacciano ristoranti, negozi di tatuaggi, localini economici e bar reggae dove gli hippie del Terzo Millennio ballano a piedi nudi nella sabbia fino a tarda notte.
Oltre l’estremo sud di Klong Prao, appena prima che la strada principale si arrampichi sulla montagna ricoperta di foresta pluviale che collega il sud-ovest dell’isola al resto della costa occidentale, si trovano il villaggio e la spiaggia di Kai Bae. Affacciata sugli isolotti della baia, questo è il posto dove noleggiare un kayak per pagaiare fino alle isolette, e scoprire magnifiche cale deserte. La spiaggia di Kai Bae è nota per la vita notturna e gli ottimi ristoranti, e per offrire uno degli scenari più tropicali di Ko Chang.
Klong Kloi, la spiaggia più meridionale dell’isola, è il fulcro della scena bohémienne, mentre la vicina Hat Sai Noi è un rifugio hippie dove regna una vibe molto rilassata. La penisola di Bangbao, inoltre, offre eccellente riparo dai forti venti sud-occidentali e occidentali che causano correnti e onde. Ao Salak Phet è la rada più grande e riparata di Koh Chang ed è divisa da due isole minori. Sul versante occidentale dell’insenatura si trovano tre porticcioli con alcuni pontili che offrono alloggi a terra, carburante, internet, acqua e servizi di lavanderia. Nel villaggio si può fare cambusa.
Navigando verso sud per circa quarantacinque minuti, incontriamo Koh Wai, un’isola piccola e paradisiaca a forma di mezzaluna con una atmosfera molto soft che regala un vero e proprio “ritorno al passato”. Non ci sono villaggi, strade, negozi o veicoli di alcun tipo. Niente bancomat, farmacie e nemmeno una stazione di polizia. Non ci sono bar o locali per la nightlife, mentre l’energia elettrica proviene solo dai generatori. Koh Wai è circondata da spiaggette di soffice sabbia bianca e acque limpide poco profonde, perfette per lo snorkeling. Una barriera corallina pullulante di vita corre lungo gran parte della costa settentrionale, mentre altrove il litorale è roccioso. Per esplorare l’isola si può seguire il ripido sentiero che attraversa le piantagioni di gomma, sopra la collina e fino al Sunset Viewpoint. quest’isola è il luogo ideale per rilassarsi lontano dal mondo reale, praticare snorkeling, fare immersioni e leggere tanti libri.
Qualche miglio a sudest, ecco Koh Mak, facile da visitare in bicicletta grazie anche al territorio pianeggiante e al traffico quasi inesistente. Infatti è conosciuta come isola “green”, è ricoperta di palme da cocco e ha belle baie rivolte a nord-ovest e sud-ovest, mentre più estesa è Koh Kut, fantastica per gli amanti degli scenari tropicali vergini, delle montagne selvagge, delle giungle e delle cascate. Offre eccellenti spiagge sulla costa occidentale, orlate da palmizi. Nota assai positiva è che non esistono traghetti per le auto in arrivo dalla terraferma, per cui il traffico è quasi inesistente. Koh Kut assomiglia a una piccola Koh Chang, però più autentica e meno sviluppata. Fra le spiagge da segnalare: Ao Noi, un’incantevole caletta con un’idilliaca spiaggia di sabbia bianca e un piccolo molo. Un ottimo approdo è tra l’isolotto di Koh Maisi Lek e la baia del Soneva Kiri, all’estremità nordoccidentale di Koh Kut. La tenuta è eccellente tutto l’anno, i panorami e le spiagge sono spettacolari.
Più a sud, Klong Chao è invece il centro turistico dell’isola: una bellissima distesa di sabbia chiara con resort di lusso e bungalow economici, piccoli negozi e ristoranti, che offre protezione sufficiente durante il monsone di nord-est. Sul fiume oltre il ponte c’è un piccolo molo di legno con un sentiero che in venti minuti conduce fino a una bella cascata immersa nella foresta pluviale. Dagli alberi pende una liana per giocare al “piccolo Tarzan” e lanciarsi nell’acqua fresca di una fantastica piscina naturale. Il coronamento perfetto per concludere in bellezza una piacevolissima giornata di crociera, mentre l’ultimo sole incendia le nuvole in cielo, creando uno scenario fiabesco.
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